Comuni de Rossano, Província de Cosenza, Calábria, Itália
ROSSANO 3000 ANNI DI STORIA
Rossano, tante storie e sempre protagonista. Dagli Enotri che la abitarono circa mille anni prima di Cristo, a Ruskiané, porto ed arsenale di Thurii nel florido periodo magnogreco (VIII-III sec. a.C.). Da strategica “Città-Fortezza” (Roscianum) con i Romani, per tutta la piana di Sibari e la Sila, ad indiscussa protagonista per più di cinque secoli (VI-XI) con i Bizantini. Rossano è allora uno dei centri urbani, militari e spirituali più importanti dell’Impero di Bisanzio e del Sud-Italia. Resiste ad ogni tentativo di Città, insieme ai celeberrimi, per santità e dottrina, Nilo e Bartolomeo (X-XI sec.). Da “Libera Università” con i Normanni e con gli Svevi (1059-1266), a “Principato” sotto gli Angioini, gli Aragonesi, gli Spagnoli ed i Borbone. “Città di Cultura” dal Rinascimento al 1700 (con le sue Accademie) e Città della “Sila Jonica”, ancora una volta protagonista, dalla Rivoluzione Francese ai giorni nostri.
Rossano è un viaggio memorabile lungo i sentieri dei sapori, dove tradizione e genuinità si sposano per raccontare lunghe storie di riti familiari, di mani che cavano la terra, di semplici tavole imbandite di buonumore e ospitalità. Sardedda piccantissima con cipolline appena colte, salami a lungo maturati al fumo dei camini, pane fumante per bruschette con l’olio appena molito negli storici frantoi, olive conzate, contorti e fantasiosi taraddi, maccheroni al ferretto, grano grattato, lumingiane chîne, pipi e patate, alici scattiate, cipuddizze, ricottine nelle fiscelle di giunco, succose clementine, dolcissimi e benauguranti scorateddi, cremoso sanguinaccio... sono alcuni frammenti della gastronomia rossanese. E dopo tutto questo la digestione non è un problema, se il pasto si chiude con un bastoncino di liquirizia, o con gli estratti liquorosi di uva, radici ed erbe locali.
LA CHIESA E IL MONASTERO DI S. MARIA NUOVA ODIGITRIA (PATIRE)
Meglio noti con i nomi di PATIR o PATIRE o PATIRION , sulla montagna
rossanese tra
ROSSANO LA BIZANTINA: “Civitas nobilis
ac vetusta”
Rossano ha origini remote . I primi
insediamenti della popolazione indigena degli Entri risalgono ai secc. XI
– VIII a.C. Durante il periodo magno-greco (secc. VIII-II a.C) è il
porto e l’arsenali di Thurii (la II Sibari) con il nome di Ruskìa o
Ruskiané. Poi durante la denominazione dei romani (secc. II a.C – V
d.C) diventa anche una città fortezza, Castrum e poi Frùrion, con il
compito di controllare la sottostante Piana di Sibari ed i sovrastanti
monti della Sila , dove i fieri Brettii o Bruzi difendn eroicamente
la loro libertà dai Romani: la città acquista il nome di Roscianum. Siti
archeologici Enotrii, Brettii, Greci e Romani sono segnalati in tutto il
territorio, mentre significativi reperti sono conservati nel nuovo museo
Dicesano e nel museo di Sibari. Il periodo storico più importante per
Rossano è quello Bizantino: infatti, dal 540 al 1059, essa diventa una
città strategica dell’Impero di Bisanzio tra le più attive e sicure del
sud-Italia, ambita da numerosi invasori (Visigoti, Longobardi, Saraceni)
ma mai espugnata. Un centro militare oltre che un centro
politico-amministrativo tra i più importanti del dominio bizantino che
ospita i più alti dignitari della corte di Bisanzio, ma anche dell’Impero
Italo-Tedesco.
Nel 951 – 952, è la sede dello Stratego
(il capo militare e civile dei due Themi di Calabria e Lombardia), e
diventa così la capitale dei possedimenti bizantini in Italia. E’ il
momento della massima potenza e notorietà per Rossano, che le valgono i
titoli onorifici di “La Bizantina”, “perla bizantina della Calabria”, “la
Ravenna del sud”. Il secolo X, che per l’Europa è uno dei secoli più
drammatici, è invece, il secolo d’oro per Rossano. Essa è il centro urbano
più importante della Calabria, sede dello Stratego, di Vescovado, di
uffici amministrativi, di officine artigianali, di botteghe d’arte.
Numerose, inoltre, sono le istituzioni educative e le scuole monastiche
dei tanti monasteri urbani e montani, che, con le loro biblioteche ed i
loro “scriptoria” diffondono l’immagine di Rossano e la rendono famosa per
i suoi alti livelli di religiosità e di cultura greco –
bizantina.
Da quest’ambiente ricco e stimolante,
luogo d’incontro e di sintesi di diverse sensibilità, crocevia tra
l’Oriente e l’Occidente, zona ascetica di intensa spiritualità ( nota come
l’Aghiov Oros o Montagna Santa Rossanese), esce una nutrita schiera di
personalità di primo piano nel Medio Evo: I Papi Zosimo (417 – 418),
Giovanni VII (705 – 707), Zaccaria (741 -752), Giovanni XVI Filagato (997
– 998); San Nilo, il più illustre dei figli di Rossano (910 – 1004),
fondatore di numerosi monasteri, tra i quali la famosa Badia Greca di
Grottaferrata presso Roma; San Bartolomeo (980 – 1055), discepolo di S.
Nilo e continuatore della sua opera,
coo-fondatore della Badia di Grottaferrata, autore del “Bios”, la vita di
San Nilo, l’opera agiografica e storica più significativa di quell’epoca
storica; Shabbettai Domnolo (913 – 982), medico e scienziato ebreo
ecc.
Dalla fine dell’età bizantina (1059) in
poi Rossano perde progressivamente il ruolo di protagonista nella storia
della Calabria, pur mantenendo una sua intensa vitalità ed intatto il suo
prestigio; specialmente al tempo dei Normanni (1059 – 1190) e degli Svevi
(1190 -1266), quando, risparmiata dalla feudalizzazione, si conserva città
regia e quindi libera Università. Ma nel 1417, passa sotto il Regime
Feudale, diventa e rimane Principato, quasi ininterrottamente, fino al
1806, durante le dominazioni degli Angioini, ( 1266 – 1442), degli
Aragonesi (1442 – 1504), degli Spagnoli (1504 -1714) degli Austriaci (1714
– 1738), dei Borbone (1738 – 1860). Le famiglie feudali che si avvicendano
alla guida della città sono i Ruffo, i marzano, gli Sforza di Milano, gli
Aldobrandini e i Borghese di Roma; Bona Sforza e contemporaneamente
Principessa di Rossano, Duchessa di Bari e Regina di Polonia (1524 –
1559).
L’intenso sfruttamento dei dominatori
stranieri, dei feudatari, del Patriziato locale determinano il ristagno
dell’economia (incentrata sull’olivicoltura), l’isolamento e la
periferizzazione della città. Ciò nonostante Rossano continua a
svilupparsi urbanisticamente ed ad arricchirsi di nuove e significative
presenze. Sorgono numerosi e grandi i palazzi gentilizi, Chiese e
Monasteri, casini o masserie, torri costiere, (come il castello di S.
Angelo), l’Ospedale di San Giovanni di Dio o dei Fatebenefratelli,
associazioni culturali e religiose, assistenziali e sociali.
L’Arcivescovo Gian Battista Castagna
diventa Papa con il nome di Urbano VII (15 – 27/IX/ 1590). Sul piano
culturale, dai primi del 500 alla metà del 700, Rossano rinnova il ruolo
di Città di Cultura: proliferano le istituzioni religiose ( tra le quali
il Seminario Diocesano, (1593); si affermano due Accademie note a
livello nazionale, quella dei Naviganti e quella degli Spensierati; sorge
il teatro Nazionale Amantea poi Palella, modellato su quello della corte
borbonica di Napoli, unico in Calabria alla fine del 700.
Durante il decennio Francese ( 1806-1815),
Rossano ritorna ad essere Città Regia, liberata dagli orrori e dallo
sfruttamento del Feudalesimo. Ai primi dell’800 diventa Capoluogo di
Distretto (28 Comuni), sede di Sottointendenza, Capoluogo di Circondario e
sede del Giusticente; dal 1894 al 1926 è sede di Sotto-Prefettura; nel
1865 diventa sede di Tribunale, nel 1875 di Corte d’Assise e Distretto
Militare; si arricchisce di nuove istituzioni scolastiche superiori e, nel
1871, prima di altre città, di Ginnasio, che diventerà poi Liceo Ginnasio
“San Nilo”, scuola illustre per cultura e vita democratica; nella seconda
metà dell’800, è centro di numerosi circoli culturali e produce vari
giornali e periodici; nel 1876 Rossano inaugura il tronco ferroviario
Jonico e, dopo qualche anno, avvia la prima illuminazione elettrica e le
prime centrali termoelettriche della Calabria. Nel 900, Rossano vive le
vicende che caratterizzano la Calabria, con dignità e spesso da
protagonista: partecipa con tanti coraggiosi alla Resistenza ed alla lotta
di Liberazione, conosce l’emorragia dell’emigrazione, svolge una funzione
attiva nel processo lento della ricostruzione della vita civile
democratica e materiale della regione, esercitando, fino a tempi recenti,
un ruolo di grande prestigio, trainante e di guida, nel vasto territorio
della Calabria Jonica Nord Orientale.
NOSSA SENHORA DA ACHEROPITA DE ROSSANO PARA SÃO PAULO
A devoção à Mãe Achiropita, veio com os italianos que deixaram seu país em busca de melhores condições e se estabeleceram em São Paulo, mais precisamente no bairro do Bixiga. A santa ficava na casa de José Falcone, onde várias pessoas se reuniam para fazer novenas, e saía somente durante os festejos de agosto. Era colocada em um altar de madeira erguido na rua Treze de Maio, no qual as missas dos dias 13, 14 e 15 costumavam ser celebradas, e depois voltava ao seu lugar de origem. Essas primeiras manifestações de rua em louvor à Madonna Achiropita começaram em 1910, quando a primeira comissão de festas foi formada. Os calabreses haviam decidido comprar um terreno para construir uma capela para Nossa Senhora e precisavam angariar os recursos necessários. Deu-se início às quermesses de rua e à procissão de N. Sra. Achiropita. A imagem da santa percorria as ruas com fitas nas mãos e os fiéis colocavam sua contribuição, pregando as cédulas de dinheiro com alfinetes. Da pequena capela surgiu a atual igreja e a sua tradicional festa da N. Sra. da Achiropita. ....................................................................................................................................................................... |
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última atualização: 9/MAIO/2009